Intelligens: Naturale.Artificiale.Collettiva.
Roma – 12 Settembre 2024 by Elisabetta D’Angelo
Dopo più di vent’anni è stato nominato un curatore italiano l’architetto Carlo Ratti.
Proposto il 21 dicembre dal presidente in uscita Roberto Cicutto, in accordo con Pietrangelo Buttafuoco, presidente della biennale di Venezia per il quadriennio marzo 2024-2027, Ratti curerà la 19ª Mostra Internazionale di Architettura.
Il titolo e il tema della prossima biennale che si terrà dal 10 maggio al 23 novembre 2025, è stato annunciato il 7 maggio; Intelligens: Naturale.Artificiale.Collettiva.
Intelligens, titolo non in italiano non in inglese, ma volutamente latino, con il suffisso gens, gente, è il focus di questa edizione.
Nei lavori di Carlo Ratti, ingegnere e architetto, ritroviamo una relazione tra matematica e architettura come nelle opere greche, e precedentemente egizie. Gli Egizi calcolavano gli angoli e le dimensioni delle pietre con semplici regole matematiche per costruire le maestose piramidi. I Greci costruivano monumenti con linee perfette e pulite, usando la geometria e la matematica, creando, tra le parti differenti dell’edificio, armonia fra le proporzioni.
Questo connubio è ben espresso tramite la sua progettazione fluida evidenziata nel Digital Water Pavilion, realizzata nel 2008 e ubicata all’ingresso dell’Expo Zaragoza 2008, in Spagna.
Il padiglione accoglie i visitatori con giochi di getti d’acqua che cambiano modi e flussi con valvole “solenoidi” e dispositivi elettronici. La programmazione realizza immagini e varchi creati da aria e da acqua.
Carlo Ratti è progettista e teorico dell’architettura con più di 500 pubblicazioni: dirige Senseable City Lab al MIT di Boston, ha una cattedra al politecnico di Milano, ha insegnato Strategic vision for the building engineering of the future presso il politecnico di Torino. Il suo nome risuona nell’Ecole Nationale des Ponts et Chaussèes, la Howard University, lo Strelka Institute e in molte riviste tra cui Thames & Hudson che lo nominerà tra i 60 Innovators shaping our creative future.
Con il MIT Senseable City Lab, Copenaghen Wheel, trasforma una bicicletta in una e-bike ibrida. L’energia perduta durante frenata e pedalata viene catturata per conservarla al momento del bisogno, mappa i livelli di inquinamento, le condizioni del traffico, rileva il livello di sforzo, accedendo ai dati tramite il cellulare.
Ratti, inoltre, insieme ai filosofi Umberto Eco e Marco Santambrogio è stato tra i promotori del Progetto Collegium per la riforma delle università italiane.
I suoi studi si concentrano soprattutto sull’interazione tra ambiente costruito e uomo, mettendo al primo posto sempre e indiscutibilmente l’ambiente, l’impatto ambientale e soprattutto il clima.
Le sezioni della Biennale saranno tre e Carlo Ratti le introduce dichiarando che la vera intelligenza è ovunque: dall’impegno disincantato dell’evoluzione naturale, alla crescente potenza di calcolo dei nostri computer, fino alla diffusa saggezza collettiva.
La prima sezione dedicata all’intelligenza naturale affronterà il tema dell’innalzamento delle temperature, che viene risolto riportando nel cuore delle nostre città la cura per la vegetazione inserita in spazi inattesi. La sezione dedicata all’intelligenza artificiale che, senza rinunciare agli architetti, si interrogherà su come riuscire a mitigare l’impatto ambientale sullo sviluppo urbano con infrastrutture digitali.
La terza, quella sull’intelligenza collettiva analizzerà le architetture popolari e come esse si adattino alle esigenze ambientali, al ruolo di queste architetture che contribuiscono alla crescita del paesaggio urbano.
Ratti vede un futuro di co-evoluzione tra mondi in conflitto ed opposti, tra città intelligenti tecnologicamente avanzate e città naturali con bassa tecnologia.
Vedere il cambiamento delle città tra tecnologia avanzata e ritorno al futuro, genererà una città gestita dall’intelligenza artificiale e piena di verde? Come l’uomo, la “gens” riuscirà a viverci?
Riflettendo sul tema proposto da Ratti nelle sue sezioni ci si rende conto della loro estrema attualità. L’intelligenza artificiale ed il cambiamento climatico sono topics menzionati in ogni discorso televisivo, radiofonico, pubblicitario o filosofico.
Il curatore utilizza quattro pilastri metodologici:
TRANS-DISCIPLINARITÀ, dove i progettisti architettonici collaboreranno con professionisti di differenti discipline per far progredire la conoscenza scientifica.
LABORATORIO VIVENTE, con l’ideazione di “living-lab” ossia luoghi nella città con diversi interventi temporanei.
RACCOLTA DI IDEE, per avere più voci, visioni, suggerimenti che avranno l’obiettivo di una progettazione collaborativa.
PROTOCOLLO DI CIRCOLARITÀ, verrà elaborato un manifesto che definirà delle linee guida, delineando uno standard per le manifestazioni culturali future.
Riflettendo sul tema sembra evidente l’inclusività ma allo stesso tempo è interessante riflettere sul come possa perdersi la vera anima della biennale. Cercando il contributo di tutti, un’intelligenza corale chiede la collaborazione non solo dell’architetto, ma anche dell’uomo comune (gens).
Mi chiedo, essendo chiuso per restauro il Padiglione Centrale ai Giardini, dove Ratti incentrerà la sua mostra? La mostra del curatore, il cuore della biennale, sarà un’impresa espressiva e comunicativa per gli spettatori anche se non ho alcun dubbio sulle sue capacità.
Rendere la città un laboratorio vivente e ribaltare il concetto di luogo in cui si espone, potrebbe snaturalizzare l’essenza di ciò che la biennale di architettura ha rappresentato fin ora. Intelligens: Naturale.Artificiale.Collettiva sarà un’innovazione, senza alcun dubbio, e una macchina tecnologica con nuovi codici di programmazione.
Di contro Ratti con questa organizzazione vuole immergere l’architettura nella città, aprirla a tutti e far comprendere come l’architettura riesca ad integrarsi ovunque e passeggiando per Venezia si avrà lo stupore di incontrare opere di livello internazionale.
Interessante la ricerca dell’equilibrio tra ambiente e spazio urbano, per affrontare la problematica della crisi climatica che sta accelerando in maniera esponenziale.
Oggi la crisi climatica è un tema rilevante e l’intelligenza, aiutandosi con la tecnologia, ha il dovere di affrontarla, pertanto è inevitabile che l’architetto se ne faccia carico e cerchi di risolverla con le sue conoscenze e capacità.
Scindere l’intelligenza naturale da quella artificiale è impensabile come afferma il filosofo Maurizio Ferraris: l’intelligenza artificiale non esisterebbe senza quella naturale in quanto all’intelligenza artificiale mancano i sentimenti, la volontà per essere completa1. Le due intelligenze devono relazionarsi, le facoltà umane e il potenziale delle macchine insieme possono condurci ad un’elaborazione inaspettata.
L’intelligenza naturale si avvale di attrezzi, per cui si avvale degli strumenti dell’intelligenza artificiale, gli strumenti che ha programmato l’uomo.
L’essere umano con il suo intelletto usa la macchina, la macchina non è un organismo: è priva di volontà, è un meccanismo. Non si unisce, non si aggrega, né fa collettività come l’intelligenza umana. La macchina con un’altra macchina potenzia le sue prestazioni, ma non elabora e non si confronta come può fare l’uomo.
Ferraris ne ha parlato nel secondo appuntamento di Filosofia sotto le stelle intitolato Oltre la Natura, ma anche nella sua conferenza del febbraio 2024 nell’ambito della Rassegna pluriennale di incontri promossa dal Dipartimento di Filosofia e Storia dell’IIS Archimede ed ancora nell’intervista nel programma “La Torre di Babele” nel gennaio del 2024 e nella conferenza nel Festival della Comunicazione a Camogli nel 2023.
Pertanto la collettività è l’elemento vincente di tutto questo processo tra artificiale e naturale, tra unione e interdisciplinarità che porta ad uno sviluppo continuo, unica aspirazione per un intelligente modo di progettare per la gens.
1 Maurizio Ferraris, Oltre la natura, in Filosofie sotto le stelle, XXV World Congress of Philosophy, 3_5_6 Agosto, Roma, 2024