Roma – 27 Ottobre 2021 by Claudia Quintieri
Al nome di Pushkin balena subito il pensiero di un poeta nazionale russo. In effetti nessuno dei nostri poeti più di lui può definirsi nazionale; questo diritto gli appartiene decisamente.
In lui, come in un vocabolario, vengono comprese tutta la ricchezza, la forza e la flessibilità della nostra lingua. Egli più di tutti ha allargato i suoi confini e più di tutti ne ha mostrato la vastità. Pushkin è un evento eccezionale e forse unico dello spirito russo; è un uomo russo nel suo sviluppo, e quale esso sarà, forse fra duecento anni. In lui la natura russa, l’anima russa la lingua russa, il carattere russo, sono riflessi con una tale purificata bellezza, quale si riflette un paesaggio in una lente convessa”: sono le parole di Nikolaj Gogol’ dedicate a Aleksandr Sergeevič Pushkin (Mosca 6 giugno 1799- San Pietroburgo 10 febbraio 1837).
Da questa esternazione di Gogol’ si potrebbe pensare ad un poeta politico, ma Pushkin, non è solo questo.
Da un punto di vista politico, egli si pone contro il potere, sia quello dello zar, sia quello del popolo, contestando il potere come universalmente negativo. Però parteggia lo stesso per Pietro il Grande, ma anche per Caterina II e lo zar Alessandro.
D’altra parte ha amicizie tra i decabristi per cui scriverà diversi componimenti quando saranno impiccati o deportati. Legge testi sulla Rivoluzione Francese. Per questi due ultimi aspetti nelle sue simpatie viene controllato dagli zar. Insomma è un libertario, o meglio un conservatore “illuminato” che crede nell’istituto monarchico, nella gloria militare russa e nella patria, ma cerca una libertà che non riesce a trovare. Il tema della libertà è molto importante nell’opera del poeta e comprende due aspetti: quello istituzionale e quello privato per la libertà nell’intimità e nei suoi spostamenti. Questo tema si trasforma poi in versi che riflettono sulla vita, su sé stesso e sulla memoria.
Le sue sono espressioni malinconiche, di tristezza, di solitudine, di fine della speranza in una linea romantica che si affianca a quella classica, apollinea e bacchica insieme, in stile anacreontico. Quindi, l’amore. Pushkin canta l’amore in tutti i suoi aspetti: sentimentale, sensuale, erotico, nella sua fugacità, nel sogno dell’immaginazione, nella bellezza. è il cantore della donna pura, idealizzata, Vergine purissima, ma anche di Afrodite, della sua sensualità.
È una donna ideale sotto ogni aspetto, ma anche una donna concreta. Le donne ritratte da Pushkin, hanno tutte in comune un’autenticità, essenziale per la poesia. E Pushkin ama ed ha il culto della Bellezza, si potrebbe dire che si consacra alla dea Bellezza, una bellezza idealizzata nell’Eterno Femmineo. Una bellezza spirituale e sacrale. Una bellezza raffinata, libera, che sopravvive anche alla morte. E si legge un’armonia classica nella ricerca del verso. Le due anime, romantica e classica, si uniscono nel suo stile universale. E il poeta riflette sull’origine della poesia in Il Profeta. L’ispirazione profetica dovrebbe essere alla base della poesia, accendendo con la voce i cuori degli uomini: “accendi con la parola i cuori degli uomini”, da Il Profeta.
Il messaggio è spirituale e sacrale, non politico anche se la lirica viene scritta dopo lo sconvolgimento di Pushkin per l’impiccagione di cinque decabristi. L’ispirazione de Il Profeta è nella Bibbia e più precisamente nella figura del profeta Isaia da cui l’autore trae varie immagini come il serafino dalle sei ali.
Il Premio internazionale Pushkin di cui parleremo e, intitolato alla figura di Pushkin, considerato il capostipite della letteratura russa moderna, è stato aperto dalla fanfara della Polizia di Stato, diretta dal maestro Secondino de Palma con gli inni dei due paesi e conclusa dai versi pushkiniani proprio de Il Profeta, poesia recitata dall’attore italiano Giorgio Gobbi e dall’attrice, presentatrice e sportiva russa Marina Kazankova, entrata per quattro volte nel libro Guinness World Record nel 2016 e nel 2019. Quindi il 15 ottobre 2021, a Roma, presso il Centro Russo di Scienza e Cultura a Roma, sezione culturale dell’Ambasciata della Federazione Russa nello storico palazzo Santacroce, si è svolta la IV edizione del Premio Internazionale Pushkin.
Il Premio è organizzato dall’Associazione Amici della Grande Russia, rappresentata in Parlamento dall’Avv. Leo Maria Galati e fondata ed animata da Yulia Bazarova, giornalista, figura pubblica, organizzatrice di eventi e promotrice della cultura russa in Italia, e da Paolo Dragonetti de Torres Rutili, già protagonista di numerose iniziative culturali e di promozione del patrimonio letterario russo in Italia.
La serata sarà presentata dall’autore e conduttore Stefano Bini. L’evento, arrivato alla sua quarta edizione, è patrocinato dall’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, dal Centro Russo di Scienza e Cultura, dalla Camera di Commercio italo-russa, dalla prestigiosa fondazione statale Russkiy Mir, dal Museo Pushkin di San Pietroburgo, dal Consiglio dei connazionali russi in Italia KSARSI, dalla Federazione Unitaria Scrittori italiani (F.U.I.S.), dalla Fondazione “La Sapienza”, dall’Università di Pisa, dalla Fondazione Alberica Filo della Torre, dall’Associazione culturale Tota Pulchra e dalla Fondazione Toti Scialoja.
Le istituzioni russe, introdotte dal saluto letto ai presenti di Michail Shvydkoi, rappresentante speciale del Presidente Putin per la Cooperazione Internazionale Culturale, saranno rappresentate dall’Ambasciatore della Federazione Russa S.E. Sergeij Razov e dalla Direttrice del Centro della Scienza e Cultura Russa Daria Pushkova. Tra gli ambasciatori italiani, ci sarà l’Ambasciatore Vittorio Claudio Surdo (Ambasciatore italiano a Mosca nel periodo 2006-2010) e l’Ambasciatore Umberto Vattani. La nobiltà, e non solo, presente come in passato, apprezza la storia e la cultura del paese di Aleksandr Pushkin: i principi Guglielmo Giovanelli Marconi, Maria Pia Ruspoli, il prefetto Fulvio Rocco e alcuni rappresentanti dell’intellighenzia italiana e russa: diplomatici, accademici e attori. Inoltre: gli onorevoli Vittorio Sgarbi ed Emilio Carelli, il senatore Andrea Romano, i dirigenti RAI Paolo Corsini e Daniele Cerioni; i giornalisti Alessandro Giuli, Luciano Ghelfi, Elisabetta Palmisano con Stefano Uccella, Presidente della Confederazione Piccola e Media Impresa.
Nel Comitato Onorario del Premio, l’ambasciatore Umberto Vattani, la Direttrice del Centro Russo di Scienza e Cultura Daria Pushkova, Ania Woronzoff, pronipote del Sommo Poeta russo che arriverà dalla Toscana per l’omaggio al suo illustre avo; il direttore del Museo panrusso Pushkin di San Pietroburgo Serghej Nekrasov, Maxim Zamshev e il segretario della Federazione di scrittori russi e il Presidente della F.U.I.S Natale Antonio Rossi e altri. Quest’anno ci sarà anche il caporedattore della rivista russa “L’arte del cinema” Anton Dolin. La Giuria è presieduta dal noto critico Arnaldo Colasanti, dal maestro Elio Pecora per la Poesia, ed è composta, tra gli altri, dalla “pittrice dei Papi” Natalia Tsarkova, Lora Guerra personaggio pubblico e moglie del noto sceneggiatore Tonino Guerra, il produttore Roberto Bessi, la prof.ssa Claudia Scandura, la scrittirce Gabriella Sica, la poetessa Natalia Stepanova, Olga Strada Direttrice Generale del fondo “Paolo Strada Venezia”, il prof. Stefano Garzonio, Leonid Kolpalov vice caporedattore della rivista “Gazzetta Letteraria”, Mariù Safier scrittrice e giornalista RAI, Irene Santori saggista e traduttrice, e Nicola Bottiglieri professore ordinario all’Università di Cassino.
I premiati: il famoso regista, produttore e sceneggiatore Andrej Konchalovskij nella sezione “Cinematografia” per il film Il Peccato dedicato a Michelangelo, Zurab Tsereteli nella sezione “Scultura” per le sue tre notevoli opere di indiscutibile valore artistico fatte per l’Italia, il famoso attore Sergej Bezrukov nella sezione “Recitazione” per la sua eccezionale interpretazione di alcuni ruoli classici come i poeti Pushkin ed Esenin, Igor Ladojanine, nella sezione “Arte” per la sua meravigliosa pittura paesaggistica, Francesca Maria Ricchi, nella sezione “Letteratura” per il libro I passi della vita, Giulia de Florio, Alice Farina ed Elena Freda Piredda nella sezione “Ricerca scientifica” per la traduzione di Lettere di F. Dostojevskij in occasione dei 200 anni dalla sua nascita.
Nella sezione “Poeti sconosciuti” per la silloge Francesco Mattia Indiveri e per la poesia singola Maria Monforte, Maria Grazia Zambianchi, Geltrude Persiani. Ci sarà, inoltre, un riconoscimento per la prof.ssa I. V. Dergaceva, la prof.ssa S. Maxmudova e la squadra di ricerca per la monografia Dostoevskij i Italia, svolto in onore dei 200 anni dalla nascita dello scrittore russo. I vincitori riceveranno una medaglia con il volto del noto scrittore A. Pushkin e il libro Storia di Roma di Indro Montanelli tradotto dal politologo Leonid Popov.
Un’occasione, dunque, per celebrare la feconda influenza reciproca tra due culture come quella italiana e quella russa, che non hanno mai smesso di affascinare a livello mondiale e di affascinarsi a vicenda.