Dal 2004 installazioni, musica, video, performance nel Rio di Mantova.
Roma – 11 Gennaio 2025 by Donata Negrini
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Nella storia di ogni città risuonano continue variazioni di possibilità eccentriche rispetto alla melodia su cui si intonano le voci dei più, ma è solo grazie all’arte che si può afferrare con immediatezza il genius loci di uno spazio prescelto e imprimervi il segno multiforme della bellezza.
Con questa consapevolezza Arte sull’Acqua, fin dalla sua prima edizione nel 2004, ha eletto un luogo particolare del centro storico di Mantova – il Rio – poiché la relazione con questo solco di corrente verdazzurra, progettato dall’ingegnere Alberto Pitentino nel 1187 per proteggere la città dalle esondazioni, poteva aprire innumerevoli opportunità di creazione e anche di audacia espositiva.
L’acqua circonda Mantova con tre piccoli laghi formati dalla generosità del fiume Mincio; la leggenda racconta che per acqua giunse nelle nostre terre Manto, l’indovina tebana indomita e coraggiosa che alla morte del padre Tiresia, per non cadere sotto la tirannia di Creonte, seppe abbandonare la sua patria e mettersi in viaggio, senza una meta precisa, in erranza inquieta, e scelse poi di fermarsi nella palude su cui sorse la nostra città, come scrisse Dante nel canto XX dell’Inferno.
La relazione della nostra città con l’acqua è apparsa da subito imprescindibile e sorgiva; così nella durata breve di qualche giorno, in coincidenza con il Festivaletteratura, le componenti dell’Associazione culturale Non Capovolgere Arte Contemporanea hanno presentato, con tenacia e passione, diciannove edizioni di sculture galleggianti, musica, installazioni, ma anche performance, danza, video arte, reading. Per quasi vent’anni, questo scorcio urbano di insolito fascino, fino a quel momento trascurato e poco conosciuto, ha offerto a un pubblico numeroso ed eterogeneo un evento di straordinario coinvolgimento ed emozionante intensità.
Forme espressive differenti sono state unite da una matrice tematica comune, ispirata in primis dall’opera di una scrittrice prescelta, filo di collegamento per orientare l’immaginazione e l’elaborazione critica del dialogo fra le diverse installazioni, tutte di artiste donne.
L’intenzione prioritaria dell’associazione è stata quella di proporre una manifestazione di land art non solo visiva ma anche sonora e poetica, creando così un’occasione unica d’incontro con la poliedricità dell’arte contemporanea, al di fuori dei luoghi canonici di esposizione, gallerie o musei frequentati da pochi, per rivolgersi invece gratuitamente alla cittadinanza, e non solo. Nel corso degli anni le artiste hanno saputo valorizzare uno spazio prezioso e antico della città; a questo proposito è importante sottolineare che anche la pulizia e la manutenzione delle sponde del Rio – compreso il porticato – sono avvenute grazie ai continui solleciti dell’associazione, tanto che da alcuni anni è nata la Fondazione Le Pescherie, che sta procedendo al recupero architettonico di una delle Logge e all’accesso pubblico del Rio.
Arte sull’Acqua fin dall’inizio ha dimostrato, quindi, di essere un laboratorio qualificato di idee e di esperienze, un’avanguardia di relazioni artistiche per tutelare e valorizzare il bene comune, un’opportunità autentica di incontri e di confronti anche per un’apertura concreta a prospettive future. Perno imprescindibile per ciascuna protagonista di questa rete è stato il rapporto strettissimo e privilegiato con l’acqua e con le narrazioni che attorno ad essa si sono sviluppate nel tempo, ma senza evitare di contaminarsi nel segno della contemporaneità. In questo senso ogni opera non solo ha reinterpretato simboli ed archetipi che, attraverso i secoli e le culture, hanno espresso il mistero e la bellezza dell’acqua, ma ha anche mostrato una loro possibile trasposizione nel presente.
Lorella Salvagni, ideatrice di Arte sull’Acqua con Donata Negrini e autrice di un’opera per ogni edizione, ha affrontato con dedizione e passione il rapporto con il Rio, accogliendo sempre di nuovo la sfida di uno spazio cangiante e vivo, l’imprevedibilità delle condizioni dell’acqua e del clima, mostrando un’inesauribile energia progettuale e trasformativa che ha dato vita a installazioni indimenticabili. Accanto a lei hanno partecipato oltre venti artiste e nell’edizione del 2019 anche alcune studentesse del Liceo artistico “Giulio Romano” di Mantova, dimostrando l’interesse al coinvolgimento delle giovani generazioni. Barbara Rincicotti, dal 2005 al 2019, ed Elena Terragnoli, nelle ultime edizioni, hanno composto opere musicali originali, facendosi ispirare dalla scrittura e dialogando direttamente con le installazioni.
Fra tutte le edizioni, documentate nel sito dell’associazione (www.noncapovolgere.it), vogliamo ricordarne alcune.
“Verso l’orizzonte e il mare” è il titolo di quella del 2006; ci venne a visitare una creatura d’acqua, nel tramite delle parole di Ingeborg Bachmann e, all’inaugurazione, grazie alla perfomance di Monica Palma.
Dolente sirena contemporanea, Ondina la sentimmo risuonare senza soluzione di continuità, testimoniando il destino di tutte le donne che, dopo aver urlato il loro rifiuto verso ogni forma di sottomissione, transitano in un nomadismo disperato per mantenersi libere. Due i temi fondamentali che ci attraversarono allacciati alle vibrazioni dei versi di Ingeborg: l’esperienza del viaggio e l’innocenza dell’origine.
La prima venne rappresentata dall’artista argentina Silvia Levenson tramite dieci neri e minuscoli gommoni con remi di vetro, fragili e facili a incrinarsi, simbolo del coraggio instabile di chi decide di lasciarsi tutto dietro alle spalle. Spazi cavi in assenza di vita, sembrarono pronostici di migrazioni in pericolo e tuttavia saturi di potenzialità future.
Nell’altro tratto di Rio l’installazione di Lorella Salvagni, “Sopra il pontile d’oro”, tracciò la meraviglia di un pontile infinito animato da grappoli di corpi bambini, lasciando immaginare i passi leggeri e incerti di chi è all’inizio della vita, scintille di gioia e di grazia che l’incalzare della musica di Barbara Rincicotti trasformò a poco a poco in melodia.
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Nel 2009 scegliemmo invece le poesie di Wislawa Szymborska a farci da guida; decidemmo all’unisono che sarebbe stata la nostra ispiratrice e così ci facemmo suggestionare dall’acume dei suoi versi, così rigorosi e inconfutabili. I paradossi spalancarono le porte dei luoghi comuni e, senza inutili virtuosismi, ci rivelarono che ogni processo di avvicinamento è destinato anche ad allontanare, e viceversa. Da qui il titolo di quell’edizione, “Lontano vicino”.
L’installazione di Lorella Salvagni, “Illuminare il buio”, mostrò la curvatura di questa amabile contraddizione: disegnando un’orbita irregolare, e ci spinse a seguire un movimento che era insieme fuga e ritorno, impeto e arresto. La luce interna sottrasse peso e materialità alla struttura che aveva richiesto invece braccia meccaniche per collocarsi nell’acqua. Raddoppiandosi sulla superficie del Rio, la forma riprodusse quella di un cuore d’argento e così corrispose inaspettatamente all’incipit della musica di Barbara Rincicotti, ampia e drammatica.
Nell’altro tratto del Rio Antonella Gandini, con “Parole migranti”, seminò teli bianchi agli archi del portico (come pagine bianche ancora in attesa di scrittura), convergendo poi verso la barca sull’acqua ingombra di pagine già scritte, e i versi della Szymborska proiettati sulla parete di fronte. Nel mezzo stava l’acqua, con il suo invito muto ad entrare senza paura nel cerchio d’influenza del tempo. Ci bastò un soffio per afferrarne il senso.
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Con l’installazione “Fulgida”, per l’edizione del 2016 dal titolo “A cielo aperto”, Lorella Salvagni evocò l’immagine di un viaggio, facendo svettare dall’acqua l’albero maestro, leggermente inclinato, di una nave sommersa e perduta, partita chissà quando, da chissà dove. Dalla cima di quell’altezza sottile funi luminose si disposero con geometria regolare ed emersero dall’oscurità impregnate di luce, radiose, brillanti.
Grazie all’installazione “Sternstunde – Grande momento” di Regine Ramseier e Roberta Guillén-Ramelli, il cielo sembrò poi rovesciarsi nel Rio, annunciando l’arrivo delle stelle, le quali galleggiarono a gruppi sulla superficie e, questa volta sotto il nostro sguardo, configurarono una nuova mappa astrale.
Infine l’installazione “La luce della trasparenza” di Candida Ferrari ci indicò che l’arte, come la natura, può essere determinante per non smarrirci di fronte a tutto ciò che ci fa paura e ci addolora: sfidando la corrente, una colonna luminosa di plexiglas dialogò con il movimento continuo, silenzioso e oscuro, dell’acqua, sprigionando energia di fiamma come un faro perennemente acceso.
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Anche nel 2020, in una breve tregua dall’emergenza del Covid, si trovò il coraggio di non rinunciare ad Arte sull’Acqua, presentando due installazioni potenti: “Un ponte sospeso fra cielo e acqua” di Lorella Salvagni e “Vele di parole” di Jukhee Kwon.
Nella prima tre successione di archi luminosi sull’acqua, raddoppiati dal loro riflesso, disegnarono una corrispondenza abbagliante tra reale e virtuale, tra materia e potenza, sprigionando una vibrazione inarrestabile. Nella seconda tre cascate di carta, ritagliata sapientemente e minuziosamente dall’artista utilizzando vecchie enciclopedie abbandonate, fuoriuscirono dalle finestre della Pescheria di Giulio Romano per riversarsi sul Rio, quasi un inno alla corrente imperitura della conoscenza.
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Le donne di Non Capovolgere hanno riconosciuto che il Rio nel tempo si è animato di ponti che lo scavalcano, di portici sopra e sotto il suo corso, di cortili, balconi ed edifici che vi si affacciano, e soprattutto di generazioni di donne e uomini che lo hanno abitato. In particolare la costruzione nel 1536, su disegno di Giulio Romano, delle Pescherie e delle Beccherie (queste ultime demolite all’inizio dell’Ottocento) testimonia che sulle sue rive hanno avuto luogo il mercato del pesce e il macello pubblico, assicurandogli così dinamicità sociale e centralità economica. Al di là del ponte le lavandaie, nella limpidezza della corrente del Rio, risciacquavano i panni, fatti anche bollire e asciugare poco più oltre. Un’umanità attiva e variegata, cui le artiste hanno dedicato in modo specifico due edizioni.
Nel 2008 Lorella Salvagni, con un intervento straordinario di decoro urbano, collocò sulla facciata di un edificio fatiscente, affacciato sul Rio, un maxi poster, dal titolo “Sogno”. Si trattava della gigantografia di 150 mq. di una foto storica (Archivio Eros Vecchi) del 1908 – esattamente di un secolo prima – che restituisce la presenza delle lavandaie mentre svolgevano il loro lavoro sulle sponde del Rio, proprio in Vicolo Sottoriva. La suggestione di quest’immagine fotografica, particolarmente apprezzata dal pubblico numeroso, espresse con immediatezza la forza con cui il mondo femminile, nel suo quotidiano confronto con il contesto collettivo anonimo dell’essere umano, catalizza in modo invisibile il processo della storia. E invece di soli 5 giorni il maxi poster restò per 9 anni, anche grazie ad una petizione dei cittadini e dei commercianti della zona che accolsero con gratitudine l’operazione d’artista, riconoscendola come dono alla comunità.
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Nel 2012, invece, il catalogo ha ricordato le pescivendole, fotografate sotto la Loggia di Giulio Romano quasi ottant’anni prima, impettite dietro i banconi di San Domenico (unica testimonianza sopravvissuta di un enorme complesso conventuale medioevale) e infine la quarta si è tenuta nella sede del Ludas, uno spazio di elaborazioni artistiche sperimentali e di socialità.
Anche in questo caso la proposta di Arte sull’Acqua si è sempre misurata con le ricerche più interessanti e significative del panorama artistico contemporaneo, superando i confini nazionali e le tendenze del momento.
Lungo, infatti, è l’elenco delle artiste che hanno partecipato con opere di videoarte: oltre a Lorella Salvagni e Barbara Rincicotti (che insieme hanno presentato 4 video) le mantovane Antonella Gandini e Claudia Moretti; cui si sono aggiunte Anna Valeria Borsari, Daniela Comani, Vittoria Gualco, Monica Mazzoleni, Paola Pontiggia, Sara Rossi, Maria Teresa Sartori, e le artiste straniere Berty Skuber, Hilde Keunen, Silvia Levenson, Natalia Saurin, Susan Landau.
La storia di Arte sull’Acqua, così dispiegata, appare quindi nella dimensione incomputabile del fenomeno – non dell’oggetto – capace di provocare emozioni, visioni, pensieri e di sviluppare energie sconosciute anche all’intenzionalità progettuale dell’artista, che solo nella realizzazione finale in rapporto al luogo comprende appieno ciò che ha saputo creare.
Ultima fra tutti vogliamo ricordare la straordinaria performance ideata da Lorella Salvagni per l’edizione del 2023, “Nel letto del vento”, che ha portato centinaia di persone – in cinque serate – a scendere nel Rio, indossare stivali da pescatore e camminare nell’acqua accompagnate dalla musica di Elena Terragnoli, con una lucina sulla fronte come lucciole danzanti. Ancora una volta, grazie all’arte, l’irrompere dell’inedito ha nutrito un’esperienza irripetibile, testimone di quel senso di stupore puro che sa dirigere l’orbita esistenziale di ciascun* fuori dallo spazio, fuori dal tempo.
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Elenco Artiste invitate da Non Capovolgere
Lorella Salvagni – Mantova, Barbara Rincicotti – Modena, Heidi Bedenknecht – Como, Anna Valeria Borsari – Bologna, Viviana Buttarelli – Brescia, Luisella Carretta – Genova, Daniela Comani – Berlino, Antonella De Nisco – Reggio Emilia, Irene Doda – Gazoldo degli Ippoliti – MN, Sebastiana Falchi – Nuoro, Candida Ferrari – Parma, Nicoletta Freti – Varese, Antonella Gandini – Monzambano – MN, Sara Garosi – Mantova, Vittoria Gualco – Chiavari, Juchy Know – Corea del Sud, Susan Landau – San Francisco, Silvia Levenson – Buenos Aires – Argentina, Monica Mazzoleni – Bergamo, Claudia Moretti – Mantova, Laura Moruzzi – Mantova, Giuliana Natali – Mantova, Giulia Niccolai – Milano, Caterina Orzi – Parma, Monica Palma – Mantova, Regine Ramseier – Orseline Svizzera, Daniela Rosi – Verona, Sara Rossi – Milano, Debora Sanna – Brugherio – Brianza, Maria Teresa Sartori – Venezia, Natalia Saurin – Buenos Aires – Argentina, Berty Skuber – Bolzano, Valentina Tampellini – Mantova, Serena Tallarigo – Massa Carrara.
Elenco Organizzatrici degli eventi di Non Capovolgere
Donata Negrini – Mantova, Cristina Bertini – Sondrio, Ambra Alario – S. Marinella – Roma, Tiziana Busato – Verona, Stefania Giazzi – Mantova, Giuliana Guastalla – Mantova, Annalene Ickrof – Göteborg – Svezia, Caterina Gualco – Genova, Giulia Niccolai – Milano, Giovanna Rubessi – Brescia, Maria Sweeney – Austria.