ASSEMBLY
Installazione Multi schermo di Angelica Mesiti
Le biennali sono l’incontro tra i linguaggi internazionali dell’arte intorno a tematiche proposte da curatori sulla ricerca e le espressività artistiche in nell’interrelazione con la dialettica dei tempi, della cultura, delle mutazioni e conseguenti problematiche socio-ambientali. Dall’analisi dei progetti delle varie biennali espressi nei titoli, come quello del May You Live In Interesting Times proposto dal curatore Ralph Rugoff per la 58th biennale di Venezia, emerge un’attenzione per la condizione dell’uomo in conflitto tra le esigenze della vita reale e il sogno, tra il suo essere remoto e il suo dover essere al presente. La problematica si arricchisce di un nuovo elemento legato al concetto di identità. L’installazione multi schermo Assembly dell’artista australiana Angelica Mesiti inizia con la macchina stenografica del XIX secolo, “Michela” modellata sulla tastiera di un pianoforte, come quella che viene utilizzata dal Senato italiano nelle relazioni parlamentari ufficiali per assicurare la trasparenza del processo democratico.
L’inventore della macchina, Antonio Michela Zucco, è stato ispirato dal suono musicale del ticchettio in cui ha rinvenuto un linguaggio che poteva divenire universale.
L’artista utilizza il dispositivo per codificare una poesia di David Malouf, “To Be Written in Another Tongue”, che viene arrangiata nella colonna sonora composta da Max Lyandvert, e suonata da un ensemble di musicisti, che rappresentano la moltitudine di antenati su cui si è strutturata, scomposta e riunita la storia dell’Australia.
L’opera, elaborata per il Padiglione Australia della 58 Biennale di Venezia, è dedicata a coloro che rappresentano storicamente un insieme culturale e sono pertanto depositari di un potere disconosciuto da coloro che hanno autorità. L’artista, approfondendo la ricerca, compone dialoghi tra espressioni non verbali, performative e musicali riunite per esaltare e far progredire i concetti della democrazia fondata su principi che tempo e storia stanno trasformando.
La poetica di Angeli Mesiti è nella formulazione di una lingua essenziale, primaria in cui ognuno possa riconoscersi. Nell’opera del 2017 Mother tongue l’artista aveva messo in scena elementi eterogenei appartenenti a diverse guidando lo sguardo dello spettatore verso la cattura di un segno sublimato e collocato in una dimensione corale. Assembly è una composizione esplorativa in cui l’intreccio dei linguaggi si fonde nell’incontro della musica con installazioni, fotografia, performance elevando a dignità e autorità il valore del popolo.
Lontano da ogni retorica, l’opera di Angelica Mesiti coglie lo spirito di una realtà sociale, consapevole patrimonio del vivere comune. Il prezioso nucleo è accerchiato da manifestazioni ideologiche appartenenti ad un piano altro del vivere sociale.
“ASSEMBLY, dice Angelica Mesiti, engages with sound, music, performance, choreography and the moving image, and I use these forms of expression to explore the musical tropes of polyphony, cacophony, dissonance and harmony which, in the film installation I am creating, can be understood as metaphors for the range of dynamics within a democratic system.”
La curatrice Juliana Engberg fa notare che l’artista sfida il rancore e l’ostilità politica di oggi con un lavoro “sfumato, poetico e che rappresenta gli ideali di una società in crescita e in evoluzione che è aperta e attenta alle nuove voci, idee, desideri e credenze .”
Il Direttore Esecutivo del Consiglio dell’Australia, Strategic Development and Advocacy, Dottor Wendy Were ha dichiarato che la pratica di Angelica Mesiti rappresenta la vitalità dell’arte contemporanea australiana e il dinamismo della nostra società.
L’Australia Council for the Arts è il principale ente di finanziamento e consulenza delle arti del governo australiano. La partecipazione dell’Australia alla Biennale di Venezia, iniziata nel 1954, è gestita dal Consiglio australiano dal 1978.
Angelica Mesiti è stata invitata nelle biennali di Sydney, Istanbul, Sharjah, Kochi-Muziris, Adelaide, Auckland e Aichi. Il suo lavoro è stato presentato al MAXXI di Roma, al Musée d’Art Contemporain di Montréal, O Space, Aarhus, Williams College Museum of Art Massachusetts, Nikolaj Kunsthal Copenhagen e in arrivo al Palais de Tokyo di Parigi. Le sue opere sono presenti in collezioni nazionali e internazionali tra cui la National Gallery of Australia, il Museum of Contemporary Art di Sydney, la Galleria d’arte del Nuovo Galles del Sud, la Galleria d’arte dell’Australia occidentale, la Galleria d’arte dell’Oregon del Queensland, il Museo d’Arte della Monash University, FRAC Franche -Compté France, Kadist Art Foundation Parigi / San Francisco, Deutsche Bank e Art Bank.