Nel Mitreo d’Arte Contemporanea di Corviale.
Ovvero le tessiture dell’arte e la sfida della periferia.
Roma – 1 Giugno 2024 by Vittoria Biasi
Ringraziamenti per l’unicità progettuale a
Salvatore Carbone, Ideatore e direttore artistico di
Giulio D’Anna e gli aeropittori italiani. L’Aeropittura Futurista
Curatore dell’Archivio Storico dei Futuristi Siciliani
Monica Melani, fondatrice e direttrice artistica il Mitreo Centro per le Arti e Cultura Contemporanea, Corviale, Roma
Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, la rappresentazione poetico-contemplativa del cielo, fino ad allora abitato da processioni di nuvole, di angeli e poggiato su una linea d’orizzonte, è invaso dai vapori delle fabbriche compagni e rivali delle indigene nuvole.
La civiltà industriale determina nuovi assetti socio-economici come risposta all’introduzione delle macchine e alle scoperte scientifiche. Sembra di assistere ad una rottura dei processi culturali che avevano accompagnato il cammino dell’uomo: la prima forma di rivolta è verso la prospettiva, su cui era stata impostata la storia dell’umanità. Nuovi elementi di riflessione come l’energia, il dinamismo della materia, il moto occupano la ricerca artistica che infrange i confini tradizionali per trasportare colori e luce in una dimensione altra.
La conquista dei cieli solleva euforia generale e ammirazione verso chi sa sostenere lo spazio. Scienza, industria, arte corrono insieme influenzando l’economia, la letteratura, la composizione grafica. Dal bisogna essere assolutamente moderni di Rimbaud, a Mario Morasso, a Guillaume Apollinaire, a Giovanni Papini e Italo Tavolato è ovunque una ricerca di valori da rintracciare per formare una coscienza1. Tra i personaggi del primo Novecento emerge la figura di Filippo Tommaso Marinetti, definito caffeina d’Europa2. Il fenomeno del Futurismo coinvolge particolarmente l’Europa, l’Inghilterra, la Russia ma il pensiero futurista e alcuni dinamismi linguistici si sono strutturati in altri paesi successivamente riemergendo con le neo-avanguardie. I differenti piani su cui si articola la nuova visione del paesaggio dall’alto del volo e l’uso cromatico sono i padri dell’arte del secondo Novecento, dei video, dei movies, della nuova tecnologia e delle immagini catturate dai droni. Marinetti ha teorizzato il valore delle ultime due tendenze dell’aeropittura: un’aeropittura trasfiguratrice lirica spaziale e un’aeropittura sintetica documentaria dinamica di paesaggi e urbanismi visti dall’alto e in velocità3. Umberto Boccioni, figura di riferimento del Futurismo, proclamava di spalancare la figura e di chiudervi all’interno l’ambiente, in un rovesciamento totale della visione, per esaltare il dinamismo, l’operosità, l’impegno dell’uomo4. In Città che sale (1910- 1911) e in Dinamismo di un corpo umano (1913), l’artista esprime linee-forza pronte a saltare fuori dal corpo, come da una crisalide: proiettata verso l’alto l’energia capace di affrontare la scalata del cielo5.
Nella mostra Giulio D’Anna e gli aeropittori italiani. L’Aeropittura Futurista, che si realizza nel Mitreo Arte Contemporanea di Roma, i curatori Anna Maria Ruta e Maurizio Scudiero attraversano l’impegno intellettuale di Filippo Tommaso Marinetti, l’avvento del Futurismo e la visione degli aeropittori italiani. La storia dell’aereo, con i suoi esordi, proposta da Maurizio Scudiero è affascinante:
[…] dopo i voli dimostrativi di Delagrange, nel 1908, erano sorti un po’ dappertutto vari concorsi aerei, ovvero raduni con dimostrazioni ed evoluzioni definite acrobatiche: a Brescia nel 1909, a Milano e Firenze nel 1910, a Torino nel 1911, solo per citarne alcuni. Così quei primi, traballanti, aeroplani ben presto soppiantarono anni ed anni di tradizioni aerostatiche: in un attimo i grandi e policromi palloni alla Montgolfier furono spediti in cantina. Ma quello che Marinetti allora non poteva intuire era la grande portata di ciò che era accaduto sei anni prima del suo manifesto del Futurismo, cioè il 17 dicembre 1903 sui prati di Kitty Hawk, dove Orville Wright percorse a bassa quota quaranta yarde in volo6.
La vittoria del corpo sulla leggerezza dell’aria fu festeggiata con omaggi di fiori e rappresentazioni di conturbanti fanciulle avvolte in veli trasparenti. E dunque anche artisticamente, continua Scudiero, la dimensione del volo rientrò ben presto in questa visione post-romantica, a volte epica, altre ancora melodrammatica, che nella pratica si risolveva nel consueto uso di copiosi cascami floreali tipici dello stile Art Nouveau, che in Italia fu ribattezzato come stile Liberty7. Interessante il contrasto tra l’esperienza della velocità introdotta dal motore e la modalità comunicativa, quasi un canto del cigno che precede un allineamento linguistico della ricerca visiva e il volo. Segue l’importante nota storica dell’istituzione nel 1923 dell’Arma Aeronautica che era seconda solo all’inglese Royal Air Force, istituita nel 1918. Ciò illustra il clima di entusiasmo e convinzione in cui crebbe la seconda generazione di futuristi, nata cioè all’insegna dal decollo dalla terra. Fedele Azari, Fortunato Depero, Gerardo Dottori, Benedetta, Tato, Tullio Crali, Renato Di Bosso, Verossi, volavano spesso e ciò cambiò la loro percezione del mondo. L’audace volo di D’Annunzio su Vienna, nel 1918, segnò artisticamente la separazione dal passato. Dopo gli anni Venti del Novecento l’esperienza dell’aereo entra nel respiro dell’arte come sensazione psicologica e come possibilità di distanza dalla rete quotidiana per una visione spaziale. È quest’ultima la sensazione più forte che spinge il linguaggio futurista ad incarnare l’esperienza del volo, del suo essere sospeso e presente nell’infinito. L’Aeropittura, in altri termini, scrive Scudiero, è il risultato di un’acquisita nuova sensibilità visiva. La terra è osservata dall’alto e, cosa ancora più interessante, è osservata dinamicamente, dunque in una continua successione di visioni mutevoli8.
Il curatore Maurizio Scudiero traccia la storia del movimento e ricorda che l’impegno di studiosi come Enrico Crispolti e Franco Passoni, di galleristi, in particolare Peppino Palazzoli della Galleria Blu di Milano, di alcuni aeropittori, tra cui Tullio Crali e Benedetto, ha sottratto questa parte di storia dell’arte alla sua parabola discendente con uno studio organico del periodo di natura estetica e non viziata dall’approccio ideologico che per oltre vent’anni l’aveva invece penalizzata con una pregiudiziale politica9. In tal senso sono state organizzate negli anni successivi mostre e eventi che hanno studiato il percorso creativo del movimento. La nostra contemporaneità sta modellando un pensiero con nuovi codici di lettura che certamente apriranno possibilità di studi comparati: la realtà, come sosteneva Umbro Apollonio non ha riferimenti fissi per cui la storia e l’uomo sono in un continuo stato di transizione10.
L’ubicazione della mostra Giulio D’Anna e gli aeropittori italiani. L’Aeropittura Futurista nel Mitreo Arte Contemporanea a Corviale è un’occasione unica per incontrare le sfumature degli impegni del movimento futurista e di un’energia, che continua a vivere nel tempo con il progetto di Mario Fiorentino prima e successivamente con l’impegno di Monica Melani. Corviale è il risultato del sogno dell’architetto e urbanista Mario Fiorentino, che con il suo progetto voleva creare spazi di vita da condividere per migliorare la vivibilità quotidiana, la qualità ambientale e per superare la morte sociale dei quartieri dormitorio.
Per la prima volta i sogni si sono riuniti con questa mostra storica, istituzionale, inserita in un progetto espositivo internazionale e che comprende la sede del Mitreo Arte Contemporanea. Il luogo concesso in uso dal Municipio XI di Roma nel 2007, è stato sottratto all’abbandono e riqualificato dall’artista Monica Melani, che lo ha denominato MitreoIside, per la particolare ubicazione e architettura, e Mitreo Arte Contemporanea. La poetica dell’artista si muove sull’idea di un filo invisibile che unisce gli uomini: la sua arte è in un concetto relazionale, per far emergere codici culturali, forme di vita quotidiana e patrimoni universali per imparare ad abitare le proprie emozioni e storie. La mostra Giulio D’Anna e gli aeropittori italiani. L’Aeropittura Futurista sigilla una filologia di sogni.
Lo storico Giancarlo Carpi con il contributo in catalogo L’Hangar futurista di Corviale. Tra evoluzione e relazione, attraversa il Futurismo e Corviale tra ricordi personali e riferimenti storici sugli anni dell’impegno ambientale delle biennali.
Carpi racconta che Corviale nasceva dalle prospettive avanguardistiche di Mario Fiorentini che voleva come collaboratori al progetto alcuni artisti, tra cui Carrino, Magnoni, Santoro, Uncini, Lorenzetti. Carpi riporta che Enrico Crispolti, in “Ipotesi di rapporto sociale attraverso l’ente statale” scritto dopo la Biennale del 1976 Ambiente, partecipazione, strutture culturali, in cui era stato curatore del Padiglione Italia, illustrava il progetto su Corviale come un momento di sviluppo del Futurismo. Carpi riporta nel suo testo i passaggi in cui Crispolti illustra il senso relazionale della collaborazione degli scultori con l’architetto Fiorentino. La partecipazione degli artisti nel progetto di architettura popolare non era finalizzata all’integrazione delle arti né ad una definizione estetica per una comunicazione collettiva. Nell’interpretazione di Carpi il progetto si nutriva di una dimensione “relazionale” che anticipava la critica degli anni Novanta, di Nicolas Bourriaud, Claire Bishop che nel Futurismo avevano ravvisato aspetti relazionali. Lo storico apprezza particolarmente l’idea di Salvatore Carbone di aver voluto la sua mostra futurista negli spazi del Mitreo: la scelta incarna l’idea con cui è nato il Futurismo, il progetto da cui è nato Corviale e incontra l’aspetto socio-culturale rappresentato anche sulle mura del Mitreo, luogo idoneo ad ospitare l’animo espresso dalle artiste futuriste dell’aeropittura. La loro presenza fa da contrappunto allo spirito della fondatrice del MitreoIside, l’artista Monica Melani. È concezione dell’artista che la donna pone l’unione armonica fra i generi al centro di ogni emozione, azione, progetto e relazione. Il patto d’amore, reso necessario dalla conflittualità esasperata dei nostri tempi, come afferma Melani, ribadisce il ruolo e l’importanza di liberare, valorizzare e rimettere in circolo l’energia e la forza femminile, che per sua natura, fluida e dinamica, sa e sente come accogliere, includere, mediare, creare e trasformare. Dopo lungo lavoro socio-culturale lo spazio del Mitreo, luogo particolare e intenso, con la mostra Giulio D’Anna e gli aeropittori italiani. L’Aeropittura Futurista si inserisce all’interno di un itinerario espositivo dedicato al Futurismo, che inizia con la retrospettiva su Baldessari futurista, inaugurata ad aprile a Rovereto; Giulio D’Anna al museo del Grabado in Spagna; Depero prevista per il mese di luglio a Viareggio; la mostra sul Futurismo, organizzata dal Ministero della Cultura, che si terrà alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma in ottobre.
La presenza delle artiste aeropittrici è inserita armonicamente all’interno dell’esposizione. Una visione spaziale al limite è realizzata da Leandra Angelucci Cominazzini nell’opera Virate Astrali: una sorta di ingrandimento, di sovrapposizioni, di corpi oscuri e di curve a velocità impossibili che fanno sibilare lo spazio. I colori riescono ad essere accostati senza predominanza: sono fisicità oggettive dinamicamente vicine guidate da direttrici bianche. Le artiste aeropittrici, tra cui Magda Falchetto, Marisa Mori e Adele Gloria raggiungono colorazioni intrise di cielo, di aria, di trasparenze, di luce sulla soglia del contrasto e di segni visionari eredi e veicoli di storia11. È merito dei collezionisti, degli ideatori di questo progetto, degli storici l’aver approfondito la ricerca e aver creduto nella cultura studiando storie lontane dai clamori dell’informazione12.
Scriveva Carlo Bo che anche il critico più attento e scrupoloso quando deve rendere conto di un periodo storico si trova costretto per abitudine a prendere atto dei momenti più importanti dimenticando che per dare testimonianza completa sarebbe necessario sostare di fronte alle altre figure che nella corsa del tempo fatalmente e ingiustamente vengono sacrificate13.
Giancarlo Carpi si sofferma sulla pittura di Adele Gloria, attiva a Catania dove è nata ed è stata in contatto con l’artista messinese Giulio D’Anna, che è quasi il centro promotore dell’esposizione. Nell’opera Vortici di Adele Gloria lo storico sente la vegetazione intensa del Sud, e vi scopre una maschera teatrale, che ghigna, in un paesaggio indeciso tra la notte e il giorno, come ben indica l’astro, luna o sole sulla sinistra. Forse il quadro, nell’elemento trasparente a destra che ricorda la calandra conica della locomotiva, rimanda al suo libro di poesie FF.SS 89 Direttissimo. Delle poesie raccolte con il numero del treno che da Catania conduceva a Roma, Carpi cita “Pensiero a tracolla“:
Ho messo sul muso / al mio pensiero / laccato di nero / un fazzoletto cloroformizzato / e l’ho lanciato / sul tetto di un grattacielo. / Poi / spiccato un salto / mi son messa a nuotare nell’aria / attraverso i raggi del sole / cristallizzata di gioia e di libertà. / Ho tirato le trecce alle stelle / nascoste / più bionde che mai [… ] Ho chiuso gli occhi / atterrita / e quando l’apersi / mi ritrovai adagiata / vicino / daccapo / al mio pensiero / laccato di nero. / L’ho messo a tracolla / e l’ho dovuto portare / peccato / di nuovo / con me.14
Questi versi scritti nel 1934 evocano il testo Suprematisme di Malevič, pubblicato a Mosca nel 1919, in cui l’artista russo scrive: J’ai vaincu la doublure bleue du ciel, je l’ai arrachée, j’ai placé la couleur à l’interieur de la poche ainsi formée et j’ai fait un noeud. Voguez! Devant nous s’étend l’abîme blanc et libre15.
Questa storia futurista aeropittorica di altari e polvere è mossa da un sogno profondo, strutturato e pertanto invincibile.
L’esposizione del Mitreo è costituita da ben 70 opere di artisti italiani, aeropittori e aeropittrici: Giulio D’Anna, Giacomo Balla, Tato (Guglielmo Sansoni), Crali (Tullio Crali), Gerardo Dottori, Enrico Prampolini, Roberto Marcello Baldessari, Benedetta Cappa, Leandra Angelucci Cominazzini, Marisa Mori, Alfredo Gauro Ambrosi, Renato Di Bosso, Angelo Canevari, Nello Voltolina, Fillia (Luigi Colombo), Mino Delle Site, Adele Gloria, Albino Siviero Verossì, Ballelica (Elica Balla) Umberto Di Lazzaro, Osvaldo Bruschetti, Arturo Ciacelli, Sibò (Pierluigi Bossi), Enzo Benedetto, Cesare Andreoni, Pippo Oriani, Nicolay Diulgheroff, Mario Duse, Renzo Mazzorin, Barbara’ (Olga Biglieri), Ivanhoe Gambini, Bot (Osvaldo Barbieri), Luigi Martinati, Sepo (Severo Pozzati), Lucio Venna, Magda Falchetto e Fortunato Depero.
Prospettive circolari, bellezze paesaggistiche con un nuovo senso del colore in cui è possibile sentire l’amore per De Chirico, per un mondo interiore che se sa accogliere e inventare le immagini del passato può anche inventare e accogliere le future suggestioni. Il Futurismo non è mai andato in cantina, ha continuato ad ardere sotto la cenere riscaldando la passione per la curiosità, per l’uomo e per la donna, per la forza di stare al mondo.
1 Mario Verdone, Il movimento Futurista, Lucarini Editore, Roma, 1986, pag. 6
2 M. Verdone, ibidem
3 Cfr. Bruno Mantura, Mostra dell’aria e della sua conquista, Bruno Mantura, Patrizia Rosazza-Ferraris, Livia Velani [cura], De Luca Edizioni D’arte, Roma 1990, pag. 16
4 Cfr. Bruno Mantura, op. cit. pag. 13
5 ibidem
6 Maurizio Scudiero, Dal Futurismo all’Aeropittura, Giulio D’Anna e gli Aeropittori Italiani, La Grafica, Roma 2024, pag. 46
7 ibidem
8 M. Scudiero, op. cit. pag. 48
9 M. Scudiero, op. cit. pag. 49
10 Cfr. Umbro Apollonio, La continua sperimentazione, in “Marcatré”, n. 4-5, marzo-aprile 1964, p. 89
11 Ludovico Pratesi, https://www.artribune.com/arti-visive/arte-moderna/2023/02/marisa-mori-futurismo-leggi-razziali/
12 Pippo Lombardo, https://www.libriealtrove.com/adele-gloria/
13 Carlo Bo, Saggio introduttivo, in Bino Rebellato, L’altro in noi. (1980-1982), Rusconi Libri, Milano 1983, pag. 5
14 Giancarlo Carpi, Hangar Futurista di Corviale. Estetica relazionale e artiste futuriste. In Giulio D’anna e gli Aeropittori italiani, op.cit. pag. 35
15 Kazimir Malevič, Écrits, Présentés par Andréi Nakov, Éditions Lebovici, 1986, pag. 227