Colloquio con Vittoria Biasi.
Roma – 21 Luglio 2024 by Vittoria Biasi
Conosco Vitaldo Conte nell’inaugurazione della mostra segnoscrittura. alcuni paradigmi di una generazione nata dopo il ’50, presentata da Vincenzo Accame1. Autore di componimenti di scrittura visuale, Conte interpreta il ritmo dei suoi versi in eventi performativi di cui la sonorità crea ‘sfondamenti della pagina e del verso in senso spettacolare’2. Tra le opere in mostra la mia attenzione è catturata da Note di sconcertante letizia in cui il frammento della scrittura diviene rito ascensionale, segno/aspirazione, segno/inclusione dell’inespresso, segno/icona, segno/luogo dell’espansione del sé sconfinante il borderline. Il colore, piacere di materia compatta e palpabile, acquista spessore, consistenza, divenendo basso rilievo segnico3. L’opera Note di sconcertante letizia è l’aura di un incontro nella direzione della scrittura e della monocromia bianca su cui abbiamo dialogato e con altre formule proseguiamo. Nell’evocazione e ricreazione dell’arcaicità mistica del segno, Conte racchiude un’area esoterica e rituale. Le trasposizioni grafiche della sciamazione sensoriale lo hanno spinto verso l’extrême del segno e l’analisi del senso, destrutturato e ricostruito nella lettera d’amore come energia dell’imprendibile.
La lettera d’amore ha origine nelle pieghe delle opere e dei suoi versi. Questo incontro è occasione per delineare un percorso dell’arte.
Vittoria Biasi
‘Pagina bianca memoria’ è la tua mostra personale sul bianco, a mia cura. In questa trasformi i turbamenti del bianco in una Lapide d’Amore. Qui tu scrivi:
– bianco
bianco
bianco è l’amore
con il tuo corpo bianco di quest’alba
come del nostro umore bianco d’attesa –.
I versi scolpiti nel candore del marmo rimandano ad un interno profondo dell’anima, ad un incontro tra amore e solitudine. Dopo tante esperienze tra conferenze, esposizioni ed eventi ti chiedo se la lettera d’amore è un momento creativo irripetibile per sé o per l’assente?
Vitaldo Conte
La lettera d’amore può essere il ‘ritratto’ dell’anima, ma anche creazione di Desiderio e Sogno. Pierre Choderlos de Laclos scrive nel suo romanzo epistolare: ‘Essa non ha, come una fredda immagine, quella immobilità così estranea all’amore; si presta a tutte le nostre passioni; di volta in volta si anima, gioisce, si riposa’4.
La lettera d’amore può voler essere scritta a mano per il piacere del proprio farsi espressione. Il contatto con il supporto fa assumere alla scrittura, disposta sul foglio, un proprio senso d’amore, una corporeità che la calligrafia, con ciò che esprime di creativo e intimo insieme, dilata con suggestioni sensoriali. Le sue parole si animano, parlano con le proprie pulsioni che possono diventare creazione di desiderio attraverso i segni. Questi possono sporcarsi, diventare pelle nelle pieghe e negli odori della carta. La fame dell’altro spinge naturalmente le parole verso il fuoripagina. ‘Inoltre, un’osservazione che mi stupisco non abbiate fatta è che in amore non c’è niente di così difficile come scrivere ciò che non si sente. Dico scrivere in modo verosimile’5.
V.B.
Quali sono gli autori che attraversi nella tua espressione letteraria e artistica sulla lettera?
V.C.
La lettera, soprattutto quella d’amore e di riflessione, costituisce un genere di scrittura che ha sempre emotivamente coinvolto, soprattutto in passato, amanti, letterati e pensatori. Questi, talvolta, esprimono, attraverso la narrazione delle loro lettere, un romanzo. Numerosi sono gli esempi attestanti questa attrazione.
Propongo, nell’esposizione Eros Parola d’Arte questo genere letterario, sempre in bilico con la comunicazione personale, indicando come sottotitolo Lettere fra pensiero e desiderio6. Presento, nell’indicazione del Pensiero, la mia scoperta, come scrivo nel pieghevole dell’esposizione: quella del fervido rapporto epistolare e intellettuale fra il filosofo e artista-poeta Julius Evola con il poeta salentino Girolamo Comi (1890-1968).
Presento, nell’indicazione del Desiderio, due poetesse scomparse, emotivamente coinvolte in questa espressione. La prima è la siciliana Mariannina Coffa (1841-1878), la capinera di Noto, autrice delle struggenti Lettere ad Ascenso. La seconda è la tarantina Giovanna Sicari (1954-2003), poetessa e curatrice di La moneta di Caronte (1993): un libro con interventi, in forma epistolare, di noti poeti e saggisti7. A questa pubblicazione, in cui c’è anche la mia lettera di narrazione d’amore, dedico una mostra di poetiche Lettere d’Amore a Roma.
V.B.
Lo scrivere sulla pelle può diventare ricordo di un evento quasi sempre legato ad un profondo senso d’amore. Le parti del corpo rivestite di grafie compongono la geografia dei sentimenti, una forma per continuare a comunicare con se stessi, da condividere nell’amore presente o assente. Questa scrittura sembra il segno di un’iniziazione. Le poetiche del corpo contribuiscono in questa forma di comunicazione del sé?
V.C.
Diversi autori della Body Art scrivono il corpo anche per segnalare condizioni estreme di condizionamento e sopruso, talvolta con segni di sangue: ‘Siamo tutti libri di sangue; in qualunque punto ci aprano, siamo rossi’ (C. Barker). L’iraniana Shirin Neshat, ispirandosi all’antica cultura persiana, trascrive, con l’inchiostro di una minuta calligrafia, poemi sul volto, sulle mani e piante dei piedi, “liberi” dal chador delle Donne di Allah (1993-97).
Io stesso, teorizzando, negli anni Novanta, sul desiderio che vuole debordare dai limiti dei supporti, scrivo la pelle di donne offertesi come pagina e lettera per le mie parole di arte-teoria. Questa incontra anche autrici segrete (Elisa Valdo e altre) che vivono, per una sola stagione, la creazione della scrittura sul proprio corpo come pulsionale lettera d’amore.
Il rapporto di corpo-scrittura nasce nella tradizione calligrafica orientale, in cui il gesto dello scrivere diviene estensione di sé e incontro. Il volto della piccola Nagiko, la protagonista del film I Racconti del Cuscino (1996), viene segnato, con un poemetto augurale, nel giorno di ogni compleanno da suo padre, un calligrafo. Divenuta donna, il ricordo di quel gesto diviene desiderio inappagato. La induce a cercare un amante scrittore che sappia usare il suo corpo come carta e lettera: ‘L’odore della carta bianca / è come il profumo della pelle / di un nuovo amante / che è venuto a trovarti / all’improvviso… / E la penna d’oca? / Bé, la penna d’oca è come… / quello strumento di piacere’. La ricerca dell’amante calligrafo ideale trasmuta Nagiko da carta di pelle a essere lei stessa la penna, usando il corpo degli uomini offertisi come pagine e capitoli di un libro: segnati ‘sulla carne come scrittoio’ di erotica preziosità. Questo film è scritto e diretto dal regista e pittore inglese Peter Greenaway, che adolescente rimase impressionato dalla storia di una ragazza, che provava piacere nel farsi scrivere sul corpo ideogrammi dai propri amanti, prima di poterla esprimere trent’anni dopo.
V.B.
Nella mostra ‘Stati del bianco’ nel 1994, a mia cura, deponi, sulla pietra di una piccola cripta di una chiesa a Bolsena, una busta bianca da cui fuoriesce un cartoncino con una scrittura. Nell’esposizione ‘Accordi di luce. Luce d’arte per l’arte’, il tuo intervento è un foglio di carta bianca su cui poni una rosa rossa8. Le scritture estreme o il silenzio della pagina si caricano di intensi significati. Quali?
V.C.
Nell’esposizione Stati del bianco, a Bolsena (VT) nella Chiesa sconsacrata di San Francesco, 1994, presento, vestito di bianco la mia opera-concetto. Questa è costituita da una lettera d’amore bianco e un libro bianco aperto: su questo trascrivo come riflessione una frase di Max Stirner: ‘Io ho riposto la mia causa nel nulla’.
Il mio evento Il borderline rosso dell’amore s’inserisce nella manifestazione Accordi di luce. Luce d’arte per l’arte, a tua cura, a Parma il 4 maggio 1998. Una rosa rossa, su un foglio bianco, è offerta alla luce e al fuoco di candele rosse sotto un borgo gotico. Qui la rosa rossa, come suggestione d’arte, è presente per la prima volta nella mia creazione. Scrivo come invito-lettera, con un carboncino rosso, su un cartone bianco legato a una parete: ‘Prendimi vorrei essere tua reliquia d’amore’. Nella lettera di presentazione spiego il mio intento: ‘La scrittura del desiderio può ricercare il limite estremo del proprio esistere come traccia: scomparire per divenire reliquia, feticcio d’amore e di contagio. Può spossessarsi del possesso del proprio scrittore per essere presa, manipolata, strappata, e anche bruciata per farsi luce, cenere, imprevedibile residuo’ . Nel catalogo scrivi: ‘Vitaldo Conte presenta l’evento come rito, dove la voce, la luce, il materiale dell’arte divengono un’azione collettiva in cui si perde il confine tra l’autore e colui che assiste’9.
V.B.
Ci sono nei tuoi lavori, talvolta, frasi su fogli che vogliono diventare stralci di corporali lettere d’amore di donna, anche in colloquio con il proprio essere bambola. Presentane qualcuna.
V.C.
La corpo-lettera d’amore della donna amante diviene, nel mio lavoro, Possessione (1982), ricercando il contatto con parti del proprio corpo. Questa lettera è “siglata” dal bacio rosso della sua autrice, che si firma Tua per esprimere la propria possessione: ‘Le dita della fantasia si contraggono in un’apertura sempre più insidiata da te. Tua’. In questa espressione la sensualità voluttuosa si congiunge con moti della tenerezza.
In un foglio cartonato, appeso in alto alla parete di un ambiente sotterraneo, scrivo: ‘il mio gioco di libertà è in un sogno bianco con il sorriso di una bambola’. Il foglio è collegato a un filo con una pupazza bianca di stoffa, anch’essa appesa. Ciò costituisce, insieme a un libro bianco aperto, con una scrittura in nero, a terra, la mia opera-installazione d’arte: è presente nella mostra10. Quel foglio ora vive nella mia camera da letto, vicino a una antica bambola bianca.
Ritrovo, in un diario, la lettera scritta da Blanche, mia lontana amante segreta. Le sue parole mi aprono immaginari fantastici: ‘Nella stanza bianca la tua dolce bambola di carne, come tu mi hai creato, sente di appartenere all’alchimia del tuo sguardo. Mi fa ansimare in uno spazio indefinito oltre il tempo… Vorrei essere la tua rosa rossa incarnata in una bambola d’amore’.
V.B.
Puoi descrivere alcuni tuoi eventi sulla lettera d’amore che richiedono la lettura o l’esposizione in mostra: come quelli dialoganti con l’immagine di una rosa rossa?
V.C.
La Rosa rossa costituisce – per mistici o avventurieri, scrittori e artisti – una maschera che racconta percorsi e alchimie del desiderio. Come lo è per me, caratterizzando la mia ricerca teorica e artistico-letteraria. I miei viaggi interiori m’inducono a ricercare incontri e luoghi predisposti a entrare in questa narrazione, attraversando anche corpo-lettere d’amore che vivono nel bianco del foglio.
Diversi sono gli eventi di arte-vita in cui interagisco ritualmente con il corpo e i petali di una rosa rossa. Come quando disperdo, in un evento in cui leggo poesie-lettere d’amore, Petali parole di desiderio, il 15 maggio 2008 in uno dei luoghi che più amo a Roma: la Casina delle Civette a Villa Torlonia.
La lettera d’amore diviene creazione anche attraverso carte-desiderio, talvolta segrete. Gli scrittori e gli artisti del desiderio, essendo naturalmente autori eccedenti, vogliono, talvolta, far vivere le loro espressioni in diari e spazi segreti dell’esistenza. Come accade alle artiste segrete che presento in Eros Parola d’Arte: una mostra dedicata alla Lussuria futurista di Valentine de Saint-Point, di cui espongo una copia del suo manifesto: ‘La Lussuria è il gesto del creare, ed è la creazione’. Le autrici coinvolte usano, nelle loro ‘carte-desiderio’, l’immagine di una lirica Rosa rossa, che diviene una maschera-lettera di rappresentazione con i suoi sensuali significati e petali di arte-vita. Alcune di queste artiste hanno la loro connotazione come Laura Baldieri e Tiziana Pertoso; altre ricorrono a un nome o a una lettera rituale.
Le artiste della Rosa rossa esprimono le loro pulsioni su carte e tele che incarnano, con il supporto delle grafie, rosse lettere d’amore. Queste sono spesso segnate dal rosso delle loro labbra, che si aprono al colloquio con l’immagine desiderata. Chi ama, in maniera totalizzante, è naturalmente un artista, poiché eleva la propria vita e voluttà a essere una creazione. Rosa rossa corpo-lettera di Estremo Amore costituisce l’ultimo capitolo del mio libro Arte Ultima11.
V.B.
La lettera come pensiero amoroso, scritto su un foglio, può divenire evento di ritualità performativa. La trasformazione creativa crea complicità con coloro che partecipano all’azione?
V.C.
Oggi la scena dell’arte performativa tende a dilatare fisicamente le proprie espressioni, fino a disperdersi in una ambientazione. Che include la voce del corpo con i suoi “legami”: intimi, relazionali, come la lettera, oscuri, sonori. Questi possono ricercare il loro ritual.
Esprimo un evento sui Ritual Legami a Roma12. In questo coinvolgo quattro donne, con cui avevo condiviso momenti di arte-vita. Il colore del vestito indossato è quello dell’alchimia che ci lega. Qualche giorno prima, invio a loro un mio breve testo-lettera come indicazione per l’evento: ‘Ti legherò con il legame che tu desideri, legandomi a te con il nostro fluire di sguardi che diventano abbracci’. Lo sguardo, il legame, l’abbraccio sono le dinamiche con cui interagiamo. Sul piano di uno spartito, vicino alla scena dell’azione, espongo un mio testo-lettera, scritto a mano in rosso: ‘L’alchimia dei legami è difficile da spiegare. (…) Può ricercare il nero nelle maschere dannate della seduzione, il rosso nelle passioni estreme di un fiore di carne, il bianco invisibile nel tuo sguardo…’.
V.B.
Il Fuoco interiore può farci scrivere lettere-suppliche d’amore per accendere l’oscurità del mondo attraverso proprie ritualità. Ciò accade negli eventi che vivi in coincidenza del Solstizio d’Inverno, trasmutando talvolta la tua identità. Puoi ricordarne qualcuno?
V.C.
L’arte, come azione, ricerca il Fuoco della propria espressione, soprattutto quello d’Amore. Questo alimenta i rituali della creazione, anche attraverso estreme reliquie: come quelle che vogliono ardere nel Solstizio d’Inverno. Il Fuoco Segreto può “vivere” attraverso don/azione di carte e lettere d’amore che ricercano richiami dell’oltre.
Esprimo, nel 2010, il Fuecu in eventi nel Salento, che dedico alla Rosa Lussuria Futurista di Valentine de Saint-Point. Celebro la notte del Solstizio d’Inverno con un’azione a Novoli: luogo dove si svolge ogni anno la Focara, celebrazione nota nel mondo, indicante un falò in onore a Sant’Antonio. Nell’evento, davanti al Teatro Comunale, i convenuti bruciano, insieme a me, in contenitori in fiamme, carte e lettere d’amore per un Fuecu oltre la vita, ricordando le parole di Marinetti: ‘Grandi poeti incendiari, fratelli miei futuristi’.
In un Segreto Solstizio d’Inverno avviene, non annunciato nella locandina del mio evento, una specie di flash mob, tra il 20 e 21 dicembre 2015 a Roma, all’aperto sulla Via Casilina. Nelle indicazioni di questa azione c’è scritto: ‘La notte tra il 20 e il 21 dicembre si aspetta il Solstizio d’Inverno… evento di Vitaldo Conte (…) poi verso la mezzanotte brindisi alla Rinascita della Luce nel locale o in un giardino segreto’. In un braciere vengono bruciate lettere-suppliche d’amore. Questo contenitore verrà riportato in un nuovo incontro, a Roma, per riaccendere quel Fuoco antico13. Qui ci sono persone che vogliono ricordare presenze care decedute, partecipanti al precedente incontro: quel Fuoco “rivive” attraverso la don/azione di lettere d’amore, circondato dai presenti.
V.B.
La lettera d’amore, come l’azione performativa, può essere un viaggio senza fine: è incontro con l’energia, il sentimento più forte che condiziona la durata della vita. È insondabile il segno che rimane dopo la partecipazione ad alcune esperienze. Da questi eventi è emerso qualcosa o qualcuno che vuole vivere in un’altra esistenza?
V.C.
Ricevo un giorno, per posta, il foglio profumato di rosa di un’amante segreta, artista del Sogno. Le parole sono scritte in rosso con una calligrafia irregolare che macchia la carta con il suo colore, divenendo così un disegno. La lettera termina con la firma di un bacio rosso a forma di O: O, anello di legame d’amore, è la protagonista delle tavole verbo-visuali della mia cartella I quarti di O14. La leggo: ‘Amore mio, allontanarmi da te è come morire… Ci rincontreremo forse in un’altra vita. Abbracciami nei sogni perché lì continuerò a essere sempre legata al tuo sonno, avvinta al tuo corpo… Non considerare il mio addio un addio ma un arrivederci in altri corpi d’amore. L’amore non ha confini di tempo, né di spazi… Ciao amore mio eterno. Abbracciami nei Sogni…’. Queste parole incarnano per me un’estrema corpo-lettera d’amore, che vive nell’Arte del Sogno e Desiderio. Ne rivivo la pulsione, leggendola nell’evento ‘Ritual Estremo Amore (Abbracciami nei Sogni)‘, a Roma15.
La lettera d’amore può vivere oggi anche attraverso “esistenze on the Road“. Si sta diffondendo, infatti, la vocazione di lasciare lettere di parole-immagini su arredi urbani e naturali: muri, portoni, panchine, alberi, ecc. Queste attraversano pulsioni d’amore: profano, mistico, di condivisione sociale. Io firmo questa espressione come Vx: body writer del Desiderio, esponendo le mie corpo-lettere anche in mostre ed eventi.
V.B.
Concludiamo l’imprendibilità dell’Arte-Scrittura della lettera d’amore con la visione di Christian Bobin in Lettres d’or: Il y a ces deux chose en nous: l’amour et la solitude. Elle sont entre elles comme deux chambres reliées par une porte étroite10.
1 Vincenzo Accame, segnoscrittura. alcuni paradigmi di una generazione sorta dopo il ’50, Giovanni Bruno, Vitaldo Conte, Carlo Finotti, Centro di Sarro, Roma, 21 febbraio 1989
2 Cfr. Giovanni Fontana in Vitaldo Conte, Buffone in esilio (poesie ed eventi 1977-82), Dismisura, Frosinone 1985
3 Cfr. Vittoria Biasi, L’attraversamento del segno. Centro di Sarro, ‘Next’, n. 14, Roma giugno-agosto 1989
4 Cfr. Pierre Choderlos de Laclos, Le relazioni pericolose, Einaudi Editore, Torino, 1970
5 Cfr. P. Choderlos de Laclos, op. cit.
6 V. Conte, Eros Parola d’Arte, Biblioteca Prov.le N. Bernardini, Lecce, 2010
7 Giovanna Sicari, La moneta di Caronte, Spirali/Vel, Milano, 1993
8 V. Conte, Accordi di luce. Luce d’arte per l’arte, [V. Biasi cura] Parma, 1998
9 V. Biasi, Accordi di Luce, Teseo Editore, Roma, 1998
10 V. Conte, Bianco poetare, [V. Biasi cura], Studio Bocchi, Roma, 1993
11 V. Conte, Arte Ultima, Avanguardia 21 Ed., Roma, 2016
12 V. Conte, Ritual Legami, Mondrian Suite, Roma, 7 febbraio 2016
13 V. Conte, Solstizio d’inverno, Atelier Montez, Roma, 23 dicembre 2022
14 V. Conte, I quarti di O, Campanotto Editore, Udine 1981 con introduzione di Vincenzo Accame
15 V. Conte, Ritual Estremo Amore (Abbracciami nei Sogni), Atelier Montez, 2 dicembre 2016, Roma
16 Christian Bobin, Lettres d’or, Fata Morgana, 1987