Decostruzione e ricostruzione contemporanea della calligrafia cinese
Roma – 29 Aprile 2024 by Qinggang Xiang
Padiglione Cinese, 60^ Biennale di Venezia 2024
L’artista Shi Hui compone la sua mostra Writing-Non-Writing esponendo un percorso suddiviso in tre parti: The Eight Principles of Yong (永字八法), Contemplation (沉思) e Echoes of the Epigraph (读碑).
Nella trilogia l’artista esplora il mistero più profondo racchiuso nella struttura dell’antica calligrafia cinese e la sua trasmigrazione nella contemporaneità.
Impegnata in questa ricerca dalla metà degli anni ’80, Shi Hui approfondisce un pensiero umanistico orientale che trasmette nelle opere realizzate con materiali tradizionali cinesi come carta di riso, cotone, polpa di canapa e altri materiali fibrosi.
Nella mostra Writing-Non-Writing, l’artista parte dalla calligrafia cinese, la reinterpreta, la studia da diverse angolazioni: distacca le forme dalla superficie e, utilizzando spessi fili di cotone, le trasforma in corpi scultorei che rivelano le caratteristiche calligrafiche di The Eight Principles of Yong.
Per preservare la cultura dall’oblio, l’artista si ispira all’opera Stele da lettura (读碑) del pittore cinese Li Cheng della dinastia Song settentrionale (960–1127), creando le opere Contemplation e Echoes of the Epigraph. In entrambi i gruppi di opere Shi Hui crea una relazione tra i segni sulla superficie dei grandi sassi in polpa di fibra e il procedimento di decostruzione della calligrafia cinese.
In Echoes of the Epigraph la stessa compie un lavoro di ricostruzione della calligrafia epigrafica, che le appare consumata dal lungo fiume del tempo e, riflettendo sulla storia, ricostruisce le combinazioni calligrafiche nel linguaggio della sua contemporaneità. Queste opere portano in loro il senso della storia, dell’umanità cinese e completano un passaggio dalla tradizione al tempo attuale.
Writing-Non-Writing I: The Eight Principles of Yong
《书非书之一: 永字八法》
Prima dell’invenzione della scrittura, i cinesi usavano corde annodate per ricordare gli eventi. Fare nodi alle corde per non dimenticare le cose (结绳记事) è stato anche uno dei metodi dei tempi antichi per trasmettere ai posteri la propria memoria. In quest’opera l’artista utilizza l’antica forma per interpretare il significato della calligrafia cinese. Shi Hui sceglie la tecnica degli antichi calligrafi per praticare la scrittura regolare di The Eight Principles of Yong già usata dai calligrafi per esercitarsi a scrivere gli otto tratti più comuni presenti nel carattere Yong (永).
Con la tessitura delle fibre e i nodi l’artista trasforma il ritmo della calligrafia in forme sinuose in cui si inserisce un inter-testo tra l’ignoto e il familiare, il tradizionale e il presente. Le sculture calligrafiche sono fissate su piani in legno dipinte di nero per evidenziare i nodi bianchi. Il bianco e il nero accentuano l’effetto visivo e la bellezza dell’arte calligrafica.
Come Shi Hui racconta: “Writing-Non-Writing I: The Eight Principles of Yong” is influenced by calligraphy, incorporating the brushstroke structure of “The Eight Principles of Yong”, which shares the common origin of calligraphy and painting. It replaces drawing with writing, using calligraphic strokes to paint, and recombines these strokes into a visually appealing abstract expression. It is both writing and drawing, and also echoes the Western abstract expressionist painting of the 1950s influenced by calligraphy1.
Writing-Non-Writing II: Contemplation
《书非书之二: 沉思》
Le sculture della sezione Contemplation sono volumi simili a grandi pietre in polpa di fibra. La superficie si apre in spazi che, quasi spellati, rivelano dettagli di antiche scritture su pagine intrecciate. Le opere sono realizzate con materiali tradizionali come carta di riso, polpa di carta e filo di cotone intessuti secondo antiche tecniche usate per creare queste sculture. L’artista utilizza le reliquie storiche per risvegliare la memoria dell’antica civiltà interrogandosi sul futuro.
Writing-Non-Writing III: Echi dell’epigrafe
《书非书之三: 读碑》
Le sculture della sezione Echi dell’epigrafe sono in carta di riso modellata a forma di stele, in cui l’artista continua ad usare la sua forma di tessitura. La bianca mostra di Shi Hui vuole esprimere la semplicità di un’antica saggezza. Le stele svolgono un ruolo importante nella cultura cinese: esse sono depositarie di informazioni storiche, letterarie, calligrafiche, archeologiche e di altri campi. Il tema della Stele da lettura è un’espressione nostalgica dei primi dipinti cinesi dei letterati.
Come Shi Hui ha spiegato: This painting, attributed to Li Cheng of the Northern Song Dynasty, is an ink painting on silk: withered trees crisscross, and a solitary stele stands erect, creating an atmosphere of desolation and solemnity, hinting at a reminiscence of the vicissitudes of distant history. “Echoes of the Epigraph” uses Xuan paper as material, creating the ambiance and appearance of stele inscriptions. The stele maintains a simple and pure style, conveying an ancient and elegant aesthetic2.
L’installazione Echi dell’epigrafe è composta da tre opere di uguali dimensioni. L’artista riproduce le crepe lasciate dal tempo sulla superficie della stele, come segnale e avvertimento che la sua forte pietra scomparirà, lentamente e, con lei, anche la storia incisa. L’artista recupera tracce e informazioni che imprime sulle superfici di fogli piegati. La sovrapposizione costituisce una nuova informazione visiva, tra leggibile e illeggibile, contrappunto del titolo Writing-Non-Writing.
1 Shi Hui, Writing-Non-Writing, in Atlas: Harmony in Diversity [Convegno], 60^ Biennale di Venezia, 2024, Università Ca’ Foscari, Venezia 19 aprile 2024
2 Ibidem