Roma – 10 Luglio 2024 by Vittoria Biasi e Qinggang Xiang
L’esposizione del Padiglione cinese Atlas: Harmony in Diversity 美美与共–集 ha la centralità nel carattere 集, che ha molti significati tra cui radunare, convergere, far convivere, integrare. Raccogliere e Tradurre sono i paradigmi su cui è costruito il percorso espositivo. La forma antica del carattere Radunare, 集, è rappresentata, in modo stilizzato, da un albero con tre uccelli appollaiati sui tre rami. L’artista Wang Zhenghong illustra l’ideogramma con azioni perfomative e sagome di uccelli che insieme esprimono il senso linguistico del carattere.
Nella sezione Tradurre, gli artisti contemporanei con le loro opere traducono il concetto di Raccogliere come rispetto verso i beni culturali ereditati dal passato, documentato dal materiale degli archivi digitali e esposti nella sezione Raccogliere, dal titolo A Comprehensive Collection of Ancient Paintings.
I curatori Wang Xiaosong e Jiang Jun con il loro progetto desiderano diffondere la saggezza della cultura tradizionale cinese, capace da sempre di sapere vivere nella diversità e di sostenere l’armonia dei rapporti condividendo le conoscenze.
Per la sua opera performativa dal titolo Symphony of Birds 百鸟图迹, Wang Zhenghong trae ispirazione dalla pittura tradizionale 写生珍禽图, I disegni di uccelli rari, di Huang Quan (903–965), pittore del periodo delle Cinque Dinastie (906-960), che ha dipinto 24 specie di animali, tra cui 10 diverse specie di uccelli, e da A Comprehensive Collection of Ancient Paintings. Attraverso un’arte concettuale e performativa, l’artista ha creato una simbiosi tra specie diversificate per suoni e linguaggi, creando un contrappunto al tema della Biennale: Stranieri ovunque. Per organizzare la performance l’artista ha realizzato degli schemi strutturali: ha creato 10.000 spille con sagome di uccellini, più di 24 timbri e dei particolari fischietti che riproducono i cinguettii e i richiami degli uccelli. Wang Zhenghong, docente alla China Academy of Art, ha invitato sette studenti dell’accademia e dei volontari a collaborare facendo indossare ornamenti a forma di uccelli. L’artista ha impostato le azioni in due centralità. La prima gestita dai collaboratori, che camminando per lo spazio del Padiglione, utilizzano il fischietto per sorprendere il pubblico, radunarlo e indirizzarlo verso l’area laterale in cui l’artista espone le sagome di uccellini e i sigilli. Wang Zhenghong invita il pubblico a farsi apporre un sigillo sul polso o sulla mano, che dovrà essere fotografato, e a ricevere in dono una spilla. L’artista con la sua azione entra in scena e pratica la performance come evento in funzione rituale, ricongiungendo l’individuale e il sociale, la rappresentazione simbolica e l’esecuzione della cerimonia pubblica, la scena e lo spazio circostante, in cui accadono una serie di eventi, alcuni impercettibili, tra performer e spettatore. Lo spettatore con timbro e spilla acquista un ruolo, è parte di un gruppo portatore di gioia e divulgatore di una ricerca di condivisione. L’artista ha impresso il proprio segno nell’altro, in cui potrà riconoscersi e di cui documenta la memoria. Il senso della performance non è nell’apparato scenico, ma nella costruzione emotiva tra partecipanti, che condividono per un piccolo segmento di tempo, lo stesso desiderio e di cui serberanno un oggetto, segno/simbolo di un teatro minimo.
Wang Zhenghong si descriveva come un uccello errante tra Oriente e Occidente, come colei che ha posato le forme dell’arte orientale sulle mani del mondo e riporta la forma d’arte occidentale in Oriente. L’arte cresce grazie all’integrazione e la civiltà si solidifica grazie alla comprensione.